Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 02 luglio 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Un tipo di autismo da autoanticorpi materni (MAR ASD) può essere previsto. Il disturbo dello spettro dell’autismo dovuto ad autoanticorpi materni (MAR ASD) che reagiscono con proteine del cervello fetale è stato analizzato da due nuovi studi dello UC Davis MIND Institute. Judy Van de Water e colleghi hanno dimostrato che gli autoanticorpi che si legano a 9 specifiche combinazioni di proteine (conosciute come MAR ASD patterns) consentono di prevedere con successo l’autismo in bambini già diagnosticati. I ricercatori hanno testato campioni di sangue materno prelevato in gravidanza per vedere se potevano validare i pattern identificati. Le madri con reattività a uno dei 9 pattern avevano una probabilità 8 volte maggiore di avere un figlio autistico. [Fonte: Nadine Yehya, UC Davis - lo studio qui sintetizzato apparirà in “Molecular Psychiatry”].

 

La regolazione emozionale ha nelle onde teta un marker specifico. La regolazione emozionale è di fondamentale importanza nella vita di tutti i giorni, che ci richiede continui aggiustamenti di registro e durata delle risposte emotive col succedersi degli eventi, per essere adeguati alle circostanze e riflettere lo stile della nostra affettività più genuina. Alterata nei disturbi d’ansia, nei disturbi dell’umore, da stress e in tanti altri, la regolazione emozionale è strettamente legata alla all’attività teta della corteccia frontale. In particolare, Zouaoui dell’Università di Montreal ha dimostrato che solo le onde teta, oscillanti tra 4 e 8 Hz, costituiscono un contrassegno specifico della fase di regolazione. [Fonte: Martin Lasalle, University of Montreal, July 2022].

 

Depressione: un’accresciuta connettività funzionale elabora in chiave dolorosa e pessimistica. La connettività amigdala-ponte nella rete ponte-cortico-limbica è significativamente iperattiva nei pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore, che presentano ideazione negativa. L’accresciuta connettività, nello studio condotto da Tatia Lee e colleghi di Hong Kong, era direttamente proporzionale alla gravità dei sintomi della depressione maggiore. [Jing Jun Wong et al., Communications Biology 5, 574, 2022].

 

Individuato un circuito soppressore della nausea attivato dal GIP nell’area postrema. La nausea è sintomo di condizioni tanto diverse quanto lo sono la gravidanza, la chemioterapia antiblastica, il mal di mare e alcuni tipi di cefalee, e si conosce la sua base neurobiologica nell’attività dei neuroni dell’area postrema del tronco encefalico, ma poco è noto dei meccanismi che la controllano. Biologi cellulari della Harvard Medical School hanno scoperto una fitta rete di neuroni inibitori nella stessa area postrema, che sopprimono normalmente l’attività delle cellule responsabili del sintomo, individuando un circuito inibitore della nausea. L’ormone intestinale GIP, legandosi ai recettori degli interneuroni, è in grado di attivarli, sopprimendo la nausea. Lo studio apre la strada a nuove e più efficaci strategie terapeutiche anti-nausea. [Zhang C. et al., Cell Reports - AOP doi: 10.1016/j.celrep.2022.110953, 2022].

 

Acufene: il tinnitus può essere soppresso da farmaci agenti sui recettori GABA-A. Il tinnitus, ossia il suono percepito all’interno dell’apparato acustico in assenza di fonti sonore esterne e associato come sintomo a numerosi disturbi d’ansia e da stress, può essere trattato con nuove GABAkine, ossia farmaci che rinforzano i recettori GABA-A extrasinaptici agenti da modulatori dei processi che causano l’effetto paradosso del “fischio all’orecchio”. I nuovi studi si sono basati sulla parziale efficacia di alprazolam e clonazepam. [Biochem Pharmacol. 201: 115067, Jul 2022].

 

L’anatomia non nasce con Erofilo ma con un trattato ippocratico più antico. Tradizionalmente gli storici della medicina attribuiscono alla straordinaria opera di Erofilo la nascita della scienza anatomica ma, anche se lui con Erasistrato e tutta la scuola di Alessandria ha creato il corpo di conoscenze anatomiche e di definizioni terminologiche più vasto e di gran lunga più importante dell’antichità, esiste un trattato di medicina ippocratica dal titolo Sulle fratture e Sulla riduzione delle articolazioni (F/A nelle sigle degli storici) più antico, nel quale si presentano come evidenza e confutazione di errore molte nozioni di osteo-artrologia e si coglie nel testo il passaggio da termini di uso comune al lessico specifico della nuova disciplina medica.

Vincenzo Di Benedetto aveva comunicato questo accertamento già nel 1986 nel capitolo “La nascita dell’anatomia” di una sua opera tecnica (Il medico e la malattia – La scienza di Ippocrate, Einaudi, Torino 1986), ma la nozione è rimasta ignorata da molti, per questo i nostri soci vi hanno dedicato un incontro lo scorso giovedì. Riportiamo da Di Benedetto: “Ma per ciò che riguarda l’anatomia, un medico di genio, una delle personalità più grandi dell’antichità, l’autore delle opere che portano il titolo Sulle fratture e Sulla riduzione delle articolazioni, diede dei contributi eccezionali per la conoscenza del corpo umano, soprattutto ma non esclusivamente per ciò che riguarda l’anatomia delle ossa. Grazie alla sua opera nasce nella nostra cultura una scienza nuova, in quanto viene fondata, su basi nuove e scientificamente rigorose, la scienza dell’anatomia”. (Di Benedetto, op. cit., p. 6). [BM&L-Italia, luglio 2022].

 

Stimare il numero senza contare: l’abilità di piccioni, altri animali e bambini piccoli era degli uomini antichi. È noto da tempo che i piccioni e altri animali, allo stesso modo dei bambini piccoli, riescono a stimare la numerosità – in genere entro il 4 – senza contare, ricorrendo a un automatismo cerebrale che sembra funzioni come un accumulatore e consente di sapere alla percezione, ad esempio, che tre elementi sono più di due, e due più di uno. Per andare oltre e sapere, ad esempio, che sei elementi sono più di cinque, sembra che non esista altra possibilità che contarli. Il meccanismo di stima percettiva automatica della piccola numerosità, che anticamente era un’abilità emergente negli analfabeti privi anche di istruzione aritmetica, ha lasciato una traccia negli idiomi, identificata da glottologi e storici delle lingue. Di questo argomento si è parlato mercoledì scorso, in un incontro dei membri della nostra società scientifica.

Il linguista James Hurford ha studiato le parole corrispondenti alle prime tre cifre nella storia di molte lingue: nel germanico antico “due” si diceva zwei, zwo o zween a seconda del genere grammaticale degli oggetti enumerati; in inglese, mentre l’ordinale dal quattro in poi si fa aggiungendo -th, per le prime tre cifre vi sono 3 parole speciali: first, second e third. Per i concetti di unicità, duplicità e triplicità esistono parole specifiche in molti idiomi. Lo studio etimologico ha rivelato che le parole per “2” e “secondo” in molte lingue sono adattamenti di espressioni col valore semantico di “un altro” ovvero “ancora uno”. Nel sanscrito sembra che l’unico numero denominato da una parola specifica fosse “1” e, per dire 2, gli indo-europei dicessero “uno e un altro”, e per indicare un numero dal 3 in poi usassero un’espressione equivalente al nostro “un sacco”, cioè “molti”. [BM&L-Italia, luglio 2022].

 

La valutazione delle abilità di comprensione dell’umorismo è ancora poco impiegata. L’impiego sperimentale e diagnostico dell’analisi di questa abilità, tipicamente umana perché connessa con il possesso di una buona competenza linguistica, è ancora molto limitato, ma a torto, perché il collegamento con i processi intellettivi convenzionalmente intesi è molto stretto, significativo e affidabile. La capacità di cogliere un effetto divertente che dipende da una trama e non dall’ambiguità di una sola parola, può costituire una prova del possesso di tutte le sotto-abilità necessarie a giungere al senso conclusivo, che consiste in un paradosso, in una contraddizione, in un accostamento imprevedibile e sorprendente, in un ossimoro o nell’erroneo scambio fra significati lontanissimi.

L’argomento è stato discusso questa settimana fra i soci e si è ravvisata la necessità di proporlo nuovamente all’attenzione culturale, oltre che scientifica, per accrescere la sensibilità e la consapevolezza circa l’utilità di proseguire nello studio delle basi neurali dell’umorismo e nell’uso di prove strutturate per la valutazione e la verifica dell’abilità di percepirlo. Si è avuto, nel passato recente, un aumento di attenzione dopo l’identificazione di un’area della corteccia cerebrale che sembra indispensabile per la comprensione delle metafore. Anche se gli autori dello studio principale discutevano in termini di localizzazione funzionale e non di controllo di reti, l’area per le metafore ha accresciuto per un po’ l’interesse circa le basi neurali della comprensione di Witz, wit, joke, mot d’esprit e altre forme di umorismo.

Noi seguiamo la canonica distinzione tra il comico, concepito come il ridicolo che si percepisce nella goffaggine di un movimento, di un aspetto, di un comportamento o di una situazione umana, e l’umoristico, inteso come l’effetto divertente prodotto in vario modo con le parole. Una distinzione ereditata dal teatro, dove comicità e umorismo da sempre indicano due distinte abilità dell’attore. Dopo Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio (1905), in cui Freud si propone di dimostrare l’origine da processi non coscienti dei meccanismi responsabili dell’effetto umoristico che emerge alla coscienza, la maggior parte degli studi psicologici ha focalizzato l’attenzione sulla genesi e sul prodursi dell’effetto divertente, mentre il nostro interesse prioritario è attratto dagli automatismi intelligenti che consentono, per inferenza, di decodificare il gioco proposto attraverso le forme verbali.

Segno di molti disturbi e lesioni acquisite è la perdita della capacità già posseduta di cogliere automaticamente e istantaneamente un’allusione-chiave per capire il senso divertente di una storiella.

Un esempio è quello di un episodio vero accaduto in Francia al tempo di Luigi XIV: un marchese entrò d’improvviso nel salottino privato della moglie e la trovò tra le braccia di un vescovo; allora il marchese, senza parlare, si diresse alla finestra e prese a impartire la benedizione al popolo e, quando la moglie gli chiese cosa stesse facendo, rispose: “Monsignore mi ha suggerito di scambiarci i ruoli!”

Un senso un po’ meno esplicito è necessario cogliere in questa storiella che vide protagonista Sua Altezza Serenissima, il Doge di Venezia: ricevuto un ospite sconosciuto, che chiedeva udienza, rimase colpito da quanto costui avesse lineamenti simili ai suoi; e notò che anche il suo interlocutore lo fissava, verosimilmente per lo stesso motivo. Allora chiese con sincera curiosità:

“Signore, sua madre è mai stata qui a palazzo?”

“No, Altezza, mai. So che mio padre veniva spesso!”

In questo caso la comprensione umoristica non richiede alcuna conoscenza particolare, a differenza di un motto attribuito a Koestler, che circolava tra i medici psichiatri: “Il Super-Io è quella parte della personalità solubile in alcool”. È necessario infatti sapere cosa sia il Super-Io e avere dimestichezza coi concetti chimici di solvente e soluto, per comprendere che si vuole intendere che i freni inibitori, rappresentati dall’istanza super-egoica, scompaiono bevendo alcolici. Infatti, motti come questo, in genere, non sono adoperati da alcuno di noi per la valutazione clinica del possesso delle abilità di comprensione umoristica.

La comprensione di allusioni divertenti in serie è essenziale per tenere una conversazione brillante o comprendere quella di un buon film. Al seminario è stato proposto questo esempio: a colazione, marito e moglie commentano le notizie del giorno:

“Caro, hai sentito dell’ultimo tradimento della moglie del ministro dell’agricoltura?”

“Certo, e credo che portare le corna si addica a quel dicastero.”

“Non credi che abbia sbagliato a sposare una che sembra sempre bruciare dal desiderio?”

“Credo che abbia sbagliato a lasciare il suo vecchio lavoro di pompiere per diventare ministro.”

“Sicuro. Tanto più che se ne giovava anche il padre, che faceva il vinaio.”

“Giusto. Ma è dovuto entrare in politica per far fronte alle spese: la famiglia faceva acqua da tutte le parti.”

A conclusione di questo report, raccomandando la lettura del saggio Le basi e l’uso degli effetti benefici di umorismo e risate (nella sezione “IN CORSO” del sito), ricordiamo che il nostro presidente è stato il primo a introdurre l’esame del senso dello humor nella valutazione neuropsicologica e cognitiva, oltre che in quella psichiatrica. [BM&L-Italia, luglio 2022].

 

I cambiamenti epocali di concezione influiscono sulla psicologia dei rapporti umani e sul profilo di reazione emotiva. I movimenti di opinione che decretavano la “morte della famiglia” negli anni Sessanta hanno dato avvio a una dissoluzione di strutture e ruoli sociali che non ha equivalenti nella storia dell’umanità. Con differenti richiami ideologici, quali quelli anarchico, radicale, socialista e comunista, negli anni Settanta e Ottanta si è avuto un attacco senza precedenti ai ruoli della famiglia tradizionale, considerata roccaforte dell’organizzazione “borghese” e cristiana della società, e rappresentata come un’istituzione del potere conservatore, da abbattere per ottenere progresso civile e cambiamento politico.

Questo “vento ideologico” che aveva preso le mosse dalla “rivoluzione sessuale” e, dopo l’abolizione del reato di adulterio, tendeva all’affermazione del principio “tutto è lecito tra consenzienti”, si era progressivamente allontanato dalle azioni dimostrative della militanza politica e aveva assunto, sempre più nei decenni successivi, il connotato di “evoluzione del costume” intesa come approdo generale inevitabile di un progresso civile. Verso la fine del XX secolo si è andata estinguendo la moda dei genitori che si facevano chiamare dai figli col nome di battesimo come amici e non più “mamma” e “babbo”, ma si sono consolidati dei cambiamenti di costume, soprattutto in materia di rapporti sessuali, che non sono più concepiti come la parte più intima di una relazione di coppia, ma come l’esercizio di un “diritto al piacere”.

Anche per passiva imitazione, quello che era stato il deprecato stile del “libertino”, divenuto poi la tollerata moda dell’edonismo individualista per entrambi i sessi, è oggi assurto a prototipo medio o “modello normale” di stile relazionale e, anche se in molte realtà questa condotta coesiste con quella delle coppie che scelgono di impegnarsi in un contratto di responsabilità reciproca, le unioni matrimoniali durature impostate sulla fedeltà sono diventate eccezione di una regola di separazioni, divorzi e convivenze, spesso temporanee e multiple.

In queste condizioni, diventa difficile trovare un adattamento psico-emotivo stabile, soprattutto perché i modelli comportamentali implicitamente seguiti dalla maggioranza non tengono conto delle esigenze psico-adattative. Una parte considerevole di problemi psicologici nasce dal fatto che la maggioranza non concepisce il rapporto di coppia come un progetto affettivo con degli scopi comuni da realizzare in cooperazione, ma lo considera come un mezzo per sostenere uno stato mentale di innamoramento e/o di desiderio sessuale; quando il partner non soddisfa più – anche per ragioni da imputare a sé stessi – questo scopo strumentale ed egotico, se ne cerca un altro.

È noto che il cambiamento epocale nella concezione della coppia e della famiglia nasce da una distruzione: si è distrutta l’educazione fondata sull’esercizio dell’amore oblativo, sul rispetto dell’altro, sull’assunzione di responsabilità reciproca, sull’impegno reciproco a realizzare progetti costruttivi e non scopi strumentali di soddisfazione sessuale o economica. E, al posto di questi insegnamenti, non vi è stata una differente educazione sentimentale che aiutasse allo stesso modo la crescita della persona e la sua maturazione emotiva.

Il profilo di reazione emozionale non deve essere considerato solo per la sua influenza sull’atteggiamento relazionale, ma anche quale stile funzionale dell’organismo, che impronta ogni aspetto della vita.

Un sociologo statunitense già qualche decennio fa aveva osservato che le persone di mezza età, che un tempo costituivano la solida, stabile, produttiva, saggia ed equilibrata struttura portante della classe media americana, oggi si comportano come adolescenti sbandati, impegnati per gran parte del tempo a far fronte al disagio psichico e alle sofferenze conseguenti al fallimento dei rapporti di coppia. [BM&L-Italia, luglio 2022].

 

Notule

BM&L-02 luglio 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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